Friedrich Nietzsche
La gaia scienza muove da una legge fondamentale: l’uomo è un animale, e in quanto tale agisce per la conservazione della specie come suo fine ultimo. Questa tesi si ricollega benissimo con quanto detto ne La nascita della tragedia: infatti, gli altri animali non hanno razionalità, ma puro istinto. Il fatto che l’uomo sia l’unico animale dotato di razionalità non implica che egli debba sopprimere gli istinti: al contrario, in quanto animale, deve comunque assecondarli.
Se ogni uomo agisce per la conservazione della specie, ciò significa che anche coloro che compiono azioni malvagie, in realtà, stanno agendo in maniera positiva. Ciò significa che la moralità non ha senso, è una costruzione fittizia creata dagli uomini il cui unico effetto è di renderli infelici. Questo socratismo è una menzogna, che esiste solo per sopprimere gli istinti. Di conseguenza dobbiamo imparare a ridere della morale e ad accettare i nostri istinti.
Dobbiamo rifiutare tutte quelle filosofie che vogliono dare uno scopo alla vita umana: la vita umana non ha uno scopo. Per la morale cristiana, ad esempio, lo scopo del vivere è sostanzialmente morire, guadagnarsi una vita buona nell’aldilà. Ma se questa vita dopo la morte non esiste, dobbiamo ridere della morale cristiana.
Morte di Dio
Questi valori morali non solo vanno smantellati in quanto fittizi, ma di fatto non hanno neanche più una presa sociale nella modernità. Dio è morto vuol dire questo: non abbiamo più bisogno di questi valori, non ne facciamo più uso.
“Dio è morto! Dio resta morto! E noi l’abbiamo ucciso!”
Gaia scienza, aforisma 125
Nell’aforisma della morte di Dio, colui che pronuncia queste parole, disperandosi per la morte di Dio, è detto “l’uomo folle“. Disperarsi per la morte di Dio è qualcosa di folle: bisogna imparare a vivere senza queste convinzioni religiose fittizie. L’uomo deve imparare a vivere senza un fine ultimo, a godersi la vita prendendo le cose per come vengono.
Amor fati e l’eterno ritorno
L’idea di accettare gli eventi così come si presentano ci ricollega al concetto nietzscheano di Amor fati. La nostra volontà deve coincidere con ciò che succede, con la casualità degli eventi. Dobbiamo essere in grado di accettare con entusiasmo tutto ciò che succede.
Questa idea è strettamente connessa con la visione temporale di Nietszche: la teoria dell’eterno ritorno. Le cose si ripetono all’infinito così come sono accadute. Di conseguenza, l’uomo deve essere in grado, tramite la volontà di potenza, di accettare la successione degli eventi e di volerli. Per capire meglio cosa si intende, vediamo l’aforisma con cui Nietzsche ci presenta la teoria dell’eterno ritorno:
“Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: «Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione – e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere!». Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: «Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina»? Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe; la domanda per qualsiasi cosa: «Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?» graverebbe sul tuo agire come il peso più grande! Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun’altra cosa che questa ultima eterna sanzione, questo suggello?”
Gaia scienza, aforisma 341
Riuscire ad amare una vita senza uno scopo o una morale permette all’individuo di diventare l’Oltreuomo.
Questo era il pensiero di Nietzsche 😉
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Comments: 1
Complimenti per la semplicità con cui spieghi, ma purtroppo manca la seconda pagina di appunti. Se poteste aggiornarla, mi salvereste la maturità!