Forese Donati e Bonagiunta Orbicciani

Forese Donati e Bonagiunta Orbicciani

Una vita dedicata alla Poesia

Dante e Virgilio hanno camminato a lungo per il Purgatorio e alla loro combriccola s’è aggiunto anche Stazio, poeta della letteratura latina che provava vera e propria ammirazione nei confronti del poeta mantovano, ovvero Virgilio, e dunque, avendolo incontrato nella quinta cornice tra avari e prodighi.

Mentre i tre avanzano Dante nota che le anime che stanno incontrando sono tutte dall’aspetto smunto e malandato, hanno gli occhi incavati e sono molto magre: Virgilio e Stazio spiegano al poeta che loro stanno subendo il contrappasso, infatti essi hanno peccato di gola tra i vivi e dunque, qua nel Purgatorio, sono obbligati a camminare sotto a un albero con grandi pomi rossi e da cui sgorgano acque freschissime, per imparare a contenersi. Mentre i tre discorrono una di queste anime li intravede ed esclama:

[…] «Qual grazia m’è questa?».

Mai non l’avrei riconosciuto al viso; 
ma ne la voce sua mi fu palese 
ciò che l’aspetto in sé avea conquiso.

Questa favilla tutta mi raccese 
mia conoscenza a la cangiata labbia, 
e ravvisai la faccia di Forese.

«Deh, non contendere a l’asciutta scabbia 
che mi scolora», pregava, «la pelle, 
né a difetto di carne ch’io abbia;

ma dimmi il ver di te, di’ chi son quelle 
due anime che là ti fanno scorta; 
non rimaner che tu non mi favelle!».

Forese Donati

Dante, dal suono della voce e sicuramente non dall’aspetto, riconosce l’amico Forese Donati, fratello di Piccarda e imparentato con Gemma Donati, moglie di Dante. I due sono felicissimi di incontrarsi, tanto che Dante si mette addirittura a piangere. Forese era morto cinque anni prima e Dante non riusciva a capacitarsi di come lui fosse già quasi alla fine della montagna, quando aveva visto delle anime che si trovavano nell’Antipurgatorio da decine e decine di anni. Forese racconta che sono state le preghiere di sua moglie Nella ad aver favorito e affrettato la sua salita sul monte. Tramite le parole di Forese Dante si lancia in una dura critica sociale: a Firenze oramai Nella, la moglie dell’amico, era una delle poche pie donne che rimanevano, le altre erano tutte delle depravate che non sapevano cosa le avrebbe aspettate un giorno.

Dante è curioso di sapere la sorte che è toccata a Piccarda, sorella di Forese, e l’amico gli dice di non preoccuparsi: se il suo scopo è quello di arrivare da Dio, durante il suo viaggio in Paradiso sicuramente la troverà, ma di lei parleremo nel prossimo video.

Bonagiunta Orbicciani

Tutti conosciamo la “tenzone con Forese Donati”, lo scambio di poesie non molto gentile tra Dante e Forese, ma nel Canto XXIV Dante incontra un altro poeta: Bonagiunta Orbicciani. Egli sta borbottando e pronuncia la seguente parola: Gentucca. Dante, allora, non capendo, chiede all’anima di spiegarsi meglio e lei afferma che nella sua città, Lucca, è nata una bambina che, un giorno, renderà piacevole la città al Sommo poeta.

«Femmina è nata, e non porta ancor benda», 
cominciò el, «che ti farà piacere 
la mia città, come ch’om la riprenda.

Tu te n’andrai con questo antivedere: 
se nel mio mormorar prendesti errore, 
dichiareranti ancor le cose vere.

Successivamente Bonagiunta, avendo riconosciuto Dante, gli chiede se è lui quel famoso poeta che ha dato origine alle nove rime, ovvero il Dolce Stil novo: Dante, infatti, è, in un certo senso, ideatore di una nuova maniera di fare poesia e all’anima ne detta il concetto fondamentale:

E io a lui: «I’ mi son un che, quando 
Amor mi spira, noto, e a quel modo 
ch’e’ ditta dentro vo significando»

ovvero

«Io sono uno che, quando 
Amore spira dentro di me, ispirandomi, prendo nota e in quel modo 
in cui egli detta, io scrivo dando un significato»

Bonagiunta comprende cosa distingue gli Stilnovisti da lui, Iacopo da Lentini e Guittone d’Arezzo, esponenti della scuola dei siculo-toscani. Nel Canto XXVI troveremo invece altri due poeti, Guido Guinizzelli e Arnault Dorien, un provenzale.

Dante e Forese devono lasciarsi, perché il cammino del pellegrino è ancora lungo. I due non sanno quando si rivedranno, ma Dante sa che la Firenze che lui conosce è destinata a cadere presto e sa benissimo che non gli manca molto da vivere – ricordiamo che lui scrive la Commedia quando è in esilio e sa bene come sono andate le cose. Forese gli dice di non preoccuparsi perché prima, di sicuro, morirà quel maledetto di Corso Donati, suo fratello, del quale conosceremo la storia nel prossimo video.

Questi erano Forese Donati e Bonagiunta Orbicciani! 🙂  
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