Filosofie ellenistiche: stoicismo, epicureismo, scetticismo

Filosofie ellenistiche: stoicismo, epicureismo, scetticismo

Quali sono le filosofie ellenistiche? Perché Epicuro è così importante? Cos’è l’epoché?

In seguito alla morte di Alessandro Magno, la conformazione socio-politica della Grecia subisce un enorme mutamento. Se i filosofi che avete visto finora hanno vissuto nella pólis, quindi in un contesto sociale piuttosto simile tra loro, ora la pólis, dopo essere stata un modello di successo per diversi secoli, subisce la crisi definitiva che la porterà alla dissoluzione.

Di conseguenza, la trattazione dei filosofi ellenistici tocca tematiche diverse rispetto a quelle viste finora. Il focus principale è sull’etica e sulla ricerca della felicità, da ricercare necessariamente nel proprio approccio alla vita in un momento di sconvolgimenti così drastici a livello storico-culturale.

Le tre linee di pensiero principali che prendono piede in questo contesto sono dunque tre: stoicismo, epicureismo e scetticismo.

Stoicismo

Il concetto su cui gli stoici fondano la loro filosofia è quello di lógos, ossia di ragione. La ragione è al centro di ogni teoria filosofica degli stoici, in particolar modo dell’etica, che rappresenta la loro trattazione principale.

Etica

Come facilmente intuibile da quanto appena detto, per gli stoici l’elemento fondamentale dell’uomo è la ragione, il lógos. Per questo motivo, sono eticamente corrette tutte le azioni e i comportamenti che portano ad uno sviluppo della ragione, perseguendo la conoscenza ed aborrendo l’ignoranza. Questa dicotomia corrisponde dunque anche a quella tra bene e male: il bene, la virtù corrisponde con la sapienza, mentre il male ed il vizio corrispondono con l’ignoranza. Questa concezione è detta intellettualismo etico.

Se il lógos è supremo bene e componente umana per eccellenza, ne consegue che gli stoici sostengano il disprezzo per le passioni. L’emotività è da sopprimere per permettere alla ragione di agire al meglio, si preferisce un regime di apatia, letteralmente assenza di passioni. Qualsiasi virtù morale che non sia direttamente legata alla scienza è dunque in realtà priva di qualsivoglia valore morale: la vita, ad esempio, è preferibile da un punto di vista biologico, ma moralmente non ha valore. La malattia e la morte vanno dunque accettate in quanto accadimenti incontrollabili della vita: è dovere di ogni uomo accettare ciò che la vita ci riserva senza alcun coinvolgimento emotivo, ma con serenità.

Anche il suicidio è una scelta accettata dagli stoici e messa in pratica da molti di loro, tra i quali ricordiamo come esempio più celebre Seneca. Il suicidio stoico è una scelta ponderata e razionale davanti all’evidenza che il nostro destino, il nostro compito è ormai compiuto (Seneca si suicida dopo essere stato condannato a morte).

Logica

Secondo gli stoici, la logica non è, come per Aristotele, uno strumento funzionale allo studio delle altre materie, bensì una disciplina con un valore a sé stante. Essa comprende non solo gnoseologia/dialettica, ma anche la retorica.

La dialettica tratta le modalità attraverso cui si conosce e si ragiona. Gli stoici sono empiristi: credono che la mente umana sia una tabula rasa, cioè che alla nascita l’uomo sia privo di conoscenze, ma inizi ad apprendere mediante le sensazioni. Queste divengono poi vere e proprie rappresentazioni dell’animo. Grazie alla parte razionale ben presente in ognuno di noi, riusciamo a distinguere quali rappresentazioni siano sufficientemente chiare ed evidenti da poter fare affidamento su di esse. Gli stoici le chiamano rappresentazioni catalettiche e fungono da base per il processo conoscitivo.

Fisica

La fisica stoica ammette l’esistenza di due principi: il lógos (principio attivo) e la materia (principio passivo). Si tratta quindi di una fisica materialista con dei richiami eraclitei.

Infatti, come per Eraclito, il lógos è inteso come “fuoco”, come soffio vitale che rende vive, conoscibili, razionali le cose. Essendo il lógos insito in ogni cosa, la razionalità governa il mondo: tutto è ben determinato. Allo stesso tempo, però, questo determinismo è accompagnato da una concezione panteistica: il lógos è caratterizzato da attributi divini, quindi se un elemento divino è presente in ogni cosa la deriva panteistica è piuttosto evidente. Il mondo si distrugge e si rigenera identico a prima infinite volte, secondo il ciclo del lógos.

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